La storia di un mito

Scritto il 17/02/2021
da tuttopanda.com

Partiamo dai numeri:

Solo nel 2017 sono state vendute nel nostro paese 146.000 Fiat Panda confermandola come la macchina più venduta in ITALIA . Dal 1980 ad oggi le Fiat Panda vendute sfiorano circa 8.000.000 di unità (si avete capito bene, otto milioni). La panda è un mostro sacro e funzionante dell'Auto Italiana per eccellenza e che ha alle spalle una storia  enorme e si proietta ad un futuro ancora più brillante. Del resto è stato il primo vero mini SUV, ma di quelli che funzionano davvero anche sui terreni più impervi. La Panda 4x4 è l'esempio dell'eccellenza, antesignana dei modelli ad oggi più blasonati e sicuramente meno efficienti.

 



1980: Giugiaro  firma la prima Fiat Panda, una due volumi molto coraggiosa e nata per tutti. Lunga meno di 3 metri e mezzo (338 cm), larga 146 cm e alta 145, essenziale, senza fronzoli, addirittura mancano le maniglie sostituite dagli incavi nelle portiere, i cristalli sono piatti per costare meno e nonostante le apparenze gode comunque di un'ottima aerodinamica.

Gli interni erano sorprendenti per modernità, rompendo con qualsiasi schema precedente: la parte inferiore del cruscotto diventa un u portaoggetti, oppure abbattendo i sedili anteriori e il divano posteriore si creava un unico piano per riposare. Razionalismo e genialità senza fronzoli, dappertutto.



In poco meno di 700 kg non è nemmeno paragonabile alle citycar moderne. Le motorizzazioni poi erano e sono tuttora superlative. La Panda 30 era equipaggiata con un bicilindrico ad aria da 650 cc derivato dalla 126, la Panda 45 invece montava un quattro cilindri ad acqua da 900 cc. Le due sigle rispecchiavano la dotazione dei cavalli rispettivamente 30 e 45. Nel 1982 invece la Panda 45 Super introdusse il cambio manuale  a 5 rapporti.



1983: la Panda 4×4 In collaborazione con l’Austriaca Steyr-Puch, che mette a punto il sistema a quattro ruote motrici e lo consegna assemblato con frizione e cambio, nel 1983 nasce infatti Panda 4×4. Montava un motore 4 cilindri 965 cc da 48 cv di potenza, per altro in posizione trasversale, ed inventò letteralmente una nuova categoria di vetture, imponendo doti di agilità impressionati, complice un peso di appena 740 kg: ancora oggi è presa ad esempio per le qualità da scalatrice, con una presa impressionante su ogni tipo di terreno anche in assenza di pneumatici specifici.

1990: Panda Elettra Nel 1990 l’ennesima rivoluzione, con il debutto delle versioni con catalizzatore e motore 999 cc Fire ad iniezione elettronica, altro pilastro della meccanica italiana ancora oggi in circolazione. Meno fortuna ma molto più coraggio con Panda Selecta, idea molto avanti con i tempi di una citycar dotata non del classico cambio manuale ma di un cambio automatico che liberasse dallo stress della guida: tecnicamente si trattò di una trasmissione CVT a variazione continua, senza doti eccezionali tranne l’innovazione, che non fu fino in fondo capita. Oggi lo sarebbe. Come è incredibilmente attuale il colpo forse più clamoroso della prima generazione di Panda, ovvero la sua versione Elettra: certo, elettrica. Venne prodotta per oltre 8 anni, costava una fortuna vicina al 26 milioni di lire, oggi diremmo 30.000 euro e dunque oltre il doppio della equivalente versione a benzina, aveva forti limiti legati ad una tecnologia ancora alo stato embrionale, ma ha segnato un’epoca. Panda Elettra garantiva 100 km di autonomia in condizioni ideali che si riducevano della metà nella pratica, la sua velocità massima era di 70 km/h e montava batterie al piombo oggi quantomeno obsolete, sostituite nel 1992 con accumulatori nickel-cadmio non certo più performanti. Ragionando però a termini di calendario, capite bene che Panda arrivò con 25 anni di vantaggio sulle attuali auto elettriche.

2004: Fiat Panda seconda generazione Il riconoscimento arriva, diverso dalle previsioni ma altrettanto evidente. Fiat Panda seconda generazione riceve il premio “Car of the Year”, ed è auto dell’anno 2004. Per la prima volta nella storia questo prestigioso riconoscimento viene assegnato ad una Citycar, ed è una svolta doppia perché la vettura che lo riceve è piena di contenuti innovativi. Anche troppo per chiamarsi Panda?*

da automobile.it



Fiat aveva previsto infatti un modello del tutto nuovo, che non raccogliesse affatto precedenti eredità ne per quanto riguarda lo stile che per ciò che concerne la tecnologia. La nuova utilitaria torinese avrebbe dovuto chiamarsi ‘Gingo‘, così fu comunicato alla stampa, salvo le proteste e le minacce legali di Renault, che riteneva questo nome fin troppo vicino a quello di Twingo. Fu deciso Panda, ma il resto era una nuova scoperta. La seconda generazione rompeva qualsiasi legame col passato, proponeva una carrozzeria esclusivamente a cinque porte e il design firmato Bertone virava dalla razionalità pura della prima serie d un nuovo concetto di comfort urbano, con misure della carrozzeria maggiorate ma soprattutto interni costruiti attorno ad una posizione di guida rialzata, con la leva del cambio spostata in plancia.

da automobile.it



Lunga 354 centimetri, Panda guadagnava altezza fino a quota 154 cm, mantenendo però una proverbiale agilità che fu il primo riscontro dei giornalisti invitati in Portogallo a Provarla. La seconda netta sensazione fu quella di una vettura molto ben piantata per terra, con sospensioni McPherson all’anteriore e ponte torcente al posteriore. Un abbinamento economico ma estremamente funzionale. A bordo non mancava nulla, in opzione a pagamento si intende, dal controllo elettronico di stabilità al climatizzatore automatico, Abs e airbag frontali e laterali. Con questa generazione Fiat si tolse anche lo sfizio di una versione dichiaratamente sportiva, rimasta per altro di culto. Nel 2006 debutta Panda 100 Hp, ovvero con motorizzazione 1.4 benzina 16 valvole da ben 100 Cv di potenza, abbinata ad un assetto dichiaratamente ribassato e ad una carrozzeria rivista in chiave sportiva, così come la gestione elettronica, con un tasto sport che prevedeva reazioni più decise per sterzo e acceleratore.

da automobile.it